bologna vista dai colli

Attività: Bologna

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Ora confrontiamo la tua descrizione con quella di Carlo Lucarelli, uno dei più famosi scrittori italiani. Ci sono dei punti in comune?

L’Università è una città clandestina.

di Carlo Lucarelli (adattato)

Piazza Verdi, a Bologna, è una piazza rettangolare che si allunga a metà di via Zamboni, la via dell’Università. Sotto i portici, a Bologna, è un po’ freddo anche nei pomeriggi di aprile, perché il sole di primavera non ci arriva, c’è l’ombra sotto i portici e a volte, quando il sole se ne va del tutto, c’è il buio.

…Bologna è una cosa grande che va da Parma fino a Cattolica, un pezzo di regione spiaccicato lungo la via Emilia, dove davvero la gente vive a Modena, lavora a Bologna e la sera va a ballare a Rimini. …….

Questa città non è come le altre città. Perché non è soltanto grande, è anche complicata. E contraddittoria. Se la guardi così, camminandoci dentro, Bologna sembra tutta portici e piazze ma se ci vai sopra con un elicottero è verde come una foresta per i cortili interni delle case, che da fuori non si vedono. E se ci vai sotto con una barca è piena d’acqua e di canali che sembra Venezia.

Ci sono strade nel centro di Bologna che, imboccate da una parte, finiscono in via Indipendenza, tra i motorini degli studenti delle medie fermi davanti ai McDonald, tra le biciclette della gente che attraversa per vedere le vetrine sotto i portici e gli autobus che suonano per passarci in mezzo. Imboccate dall’altra, invece, non portano a niente, ad altre vie, sempre più piccole, che piegano ad angolo e poi si perdono.

C’è una strada nel centro di Bologna che ha un buco sotto un portico, una finestrella quadrata che sembra scavata nel muro di una casa, coperto da uno sportello di legno incassato in una cornice di ferro. È il centro di Bologna, il centro di una città di terra, ma basta dare un colpo allo sportellino di legno, che questo si apre e mostra un fiume, un corso d’acqua con case a picco, rosicchiate dall’umidità, e barche, attaccate ai moli. Poco lontano, appena voltato l’angolo, lo si può anche sentire respirare, il fiume, quasi ruggire strangolato da una chiusa, dove un attimo prima, appena qualche passo indietro, si sentiva solo il rumore del traffico di via Indipendenza.

In qualunque città un ragazzo strano, con un accento strano, che entra ed esce di casa a tutte le ore del giorno e della notte e non si sa chi è, cosa fa e di che vive e a volte sparisce e poi ritorna, in qualunque altra città sarebbe stato notato, ma a Bologna no. A Bologna questo è l’identikit dello studente medio. L’Università è una città clandestina.

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